I nuovi strumenti di politica industriale per lo sviluppo e la quotazione delle PMI impongono ad imprenditori e professionisti d’impresa un allargamento delle proprie conoscenze e competenze in tema di adeguati assetti organizzativi per la corretta gestione delle informazioni privilegiate.
A tal proposito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 39999 del 15 aprile 2019 (dep. il 27/09/2019) realizza una puntuale ricognizione di molte delle questioni più controverse riguardanti il reato di insider trading, che in estrema sintesi sono:
a) la definizione di “informazione privilegiata”, e quella in essa inclusa di “informazioni intermedie”, oltre che la configurazione dell'abuso di informazioni privilegiate quale reato di pericolo astratto ( #informazioniprivilegiate);
b) la differenziazione tra insider primario e secondario, alla luce dell’interesse tutelato dalla norma (art. 184 TUF): la tutela del mercato dallo sfruttamento di posizioni di ingiusto privilegio ( #tuteladelrisparmio);
c) la confisca amministrativa e il suo inquadramento costituzionale;
d) il doppio binario sanzionatorio penale-amministrativo, il divieto di ne bis in idem e il significato della nozione di “sufficiently close connection in substance and time”.
In allegato la sentenza in commento.
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